venerdì 19 luglio 2013

Rabbreddore

Qualche cosa e' andato storto durante l'ultimo congedo. Nonostante i tempi di ascesa siano stati molto positivi (2h.30 da quota 1400 a 2500 metri contro i 3h.45 segnalate dal Club Alpino Francese) ho preso un raffreddore da cavallo. A Prlognan ha piovuto tutto il tempo, io ero in pantaloncini corti e nella casa di Thierry Lombard faceva un freddo boia, infatti ho preso un piumone supplementare e ho acceso i termosifoni. Spero in questi giorni di guarire presto... La mia amica Chiara Squaglia, metereologa, dice che mercoledi' arrivera' l'ondata di caldo, io spero di essere in forma dal momento che mercoledi' saro' di nuovo in congedo fino a venerdi'.

Nelle mie giratine a Pralognan sono stato a visitare il campeggio, Alpine Lodge Camping Isertan 3 stelle. Non male davvero, una bella piscina e l'anno prossimo avranno anche una spa. Le piazzole non dicono un cazzo, sono uguali a quelle di un posteggio su un prato. Gli unici tre prodotti interessanti sono 3 tipologie differenti di tende teepee come avevo visto in fiera a Padova con Robi Vergottini.

Pralognan mi ha un po stufato nonostante sia davvero accogliente. Ho voglia di fare il selvaggio, per i monti, di rifugio in rifugio, esplorare vette e vallate, godermi il silenzio e il respiro della natura.

Sto conoscendo un sacco di famiglie, che mi invitano a casa loro. Mio padre mi direbbe "Sei proprio una zoccola" ma a me piace davvero avere amici sparsi nel mondo, conoscere le persone, scambiarsi le opinioni, fare le vacanze a casa di altri e conoscere nuove culture, nuovi punti di vista, che ti arricchiscono dentro. Parole d'ordine "share" , condividere un emozione, un momento, un tramonto, un gesto una poesia (come diceva la mitica canzone di Viola Valentino). Sono stato infatti invitato in Olanda, in Scozia su un isola deserta dove dei clienti abitano in una villa, in Germania a Berlino .... diciamo che il campeggio a Punta Ala mi ha lasciato dentro di me (cosa che gia' avevo) questa voglia di conoscere dentro e a fondo le persone, che a me piace chiamarla e identificarla come ricchezza, per altri invece passo sempre per quello che non si fa mai i cazzi propri. Ma andate a cagher !

Speriamo di guarire asap!

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lunedì 15 luglio 2013

Accueil

L`accoglienza e`molto importante, specialmente quando si lavora a contatto con il pubblico; ma comunque piu`in generale, e' sempre meglio quando si riceve con una persona con il sorriso, invece che con una faccia arrabbiata.

Confesso che non ho una bella cera, fin da piccolo ho sempre avuto una faccia cupa, poco sorridente, c'e' una foto in bianco e nero in camera mia che testimonia cio' .

Sono tanti i motivi di questa carenza di sorriso, dalla morte di mia madre, alla mia malattia ancor prima, che non mi permetteva di andare fuori a giocare con i bambini, quando tutti a quell' eta' si sporcano e giocano, a tutto quello che e' successo dopo.

Fino a 18 anni e' stato un po tutto difficile, dai 18 - 19 anni, sono sbocciato e ho trovato un canale per sfogare la mia rabbia e la mia felicita' ... non e' un caso quindi, che molti atteggiamenti, tipici dell' infanzia io li abbia ancora, oppure certe esperienze che si vogliono fare a 18 anni, io le abbia fatte adesso, e' un po come il tentativo di mettersi in pari.

Nel rileggere le poesie che ho scritto nel periodo 8 - 18 anni, mi sono reso conto come, aspetti quali la tristezza, la morte e la solitudine, erano fortemente insiti dentro di me, era insomma come se mi sentissi un vecchio dentro un corpo di un  giovane. Cio' non ritengo sia stato salutare per la mia crescita.

Alti e bassi, invece che una costanza.

Negli ultimi 5 anni ho imparato a sorridere alla vita, invece che lamentarmi sempre.

Ricordate, si chiude una porta , si apre un portone ... sorridete alla vita e la vita vi sorridera'.

giovedì 11 luglio 2013

Chez Thierry Pralo

Finalmente sono riuscito a scendere dalle montagne. La discesa ha preso più tempo del solito perché mi sono messo a contemplare i fiori e le piante e le marmotte. In particolar modo gli abeti.... credetemi sono suggestivi davvero. I miei colleghi Andreu e Segolene, una coppia dei Pirenei, mi ha prestato il furgone e ho fatto un giro fino a Moutiers. Li ho cercato informazioni per passare a Bouygues come operatore telefonico e ho fatto spesa al carrefour così per divertimento. Rientrato in paese, ho trovato sulla strada una burrasca micidiale: la strada era diventata un fiume d'acqua, zero visibilità perché pioveva e grandinava. Allora per reagire ho messo la musica a manetta e sono salito. All'arrivo in paese ho trovato la guida alpina Thierry che mi ha offerto a gratisse una sua stanza arredata in stile marocchino (nelle alpi?) . Con la mente sono tornato alla bellissima casa di Ernesto in Calle Especeria....  il giorno dopo, cioè oggi, ho girato per Pralognan, visitato il campeggio e rilassato alla grande. Sono pronto per tornare in vetta domattina.

lunedì 1 luglio 2013

Un caffè con Montella

Il caffè è sempre stato una parte importante della mia vita. Un potente stimolante di pensieri e azioni. Il thé l'ho invece sempre visto come un elemento meditativo, diciamo che è come comparare la sigaretta alla pipa; anche se io non fumo, penso di aver azzeccato il significato. Il numero massimo di caffè che sono arrivato a prendere in un giorno è 11, durante un periodo schizofrenico della mia vita, dove tentavo "un qualche cosa in proprio". 

Il caffè è iniziato a diventare un rito sociale importante nel periodo universitario, ricordo i caffè da "Marcellino", vicino ad Agraria -perchè almeno Gianandrea trovava posteggio facilmente in doppia fila- ricordo i caffè da il c.d. "Scemo e piu' scemo" ad angolo con la copisteria del ciccione, davanti ad Agraria, salotto di scambio tra studenti e professori, i caffè davanti alla Facoltà di Giurisprudenza, che sembrava di assistere a delle sfilate di alta moda. Tutti i caffè hanno un senso, uno scopo, un ricordo, non esitono caffè presi a vuoto, nel nulla.... Anche i caffè presi egoisticamente parlando ovvero leggendo il giornale, hanno un senso, il desiderio di informarsi, di staccare un attimo e possibilmente di ricaricarsi.

Difficile trovare un posto da premiare per il caffè più buono. Sono tanti i motivi che concorrono alla soddisfazione del cliente (detto in Qualitesco) ma sicuramente se posso aprire una parentesi la faccio volentieri per i caffè presi al Bar Centrale, di mattina, alla regia di Marco Montella. Per tre anni ho lavorato li e ogni inverno aspettavo che il Bar Centrale si rianimasse per ritrovare gli stessi sorrisi; ... "Presidè.... "
Con estrema perizia ogni cliente che entra viene osservato, accolto con un sorriso una battuta che ti rallegra la giornata, magari accompagnata da quelle ottime paste che solo Marco fa durante il periodo di bassa stagione -credo- con il forno che si attiva con la presa tripentapolarefasica (perchè al campeggio la corrente non gira su 3 fasi, come in tutto il mondo, ma su 15 fasi, perchè a tutti girano i coglioni per le zanzare e l'umidità). Mi mancano un sacco tutti  _ora proprio tutti proprio no _, è inutile nascondersi dietro un dito, ma questo è il prezzo che uno deve pagare per delle scelte fatte.

A fine stagione 2012 andai insieme alla mia ragazza Mery a trovare Marco nell'altro campeggio in cui lavora, dopo che chiude il Punta Ala, per salutarlo e per ringraziarlo di tutti i sorrisi e di tutta la carica che mi ha dato tutte le mattine, nonostante la mia facca fosse grigia e incazzata. Avrei voglia di conoscere un po' di più Marco perchè durante la stagione invernale viaggia spesso in giro per il mondo e mi piacerebbe che mi raccontasse qualche cosa di suoi viaggi.

Durante i miei viaggi all'estero ho sempre cercato caffè ma ho sempre trovato piscio di gatto colorato. Anche in Islanda quando vedevo l'insegna "Illy" che appariva all'orizzonte come un miraggio nel deserto, niente, nulla, no sapore, no gusto. Lasciamo perdere il caffè francese...      Oltre che ad essere un potente stimolante celebrale, il caffè lo è anche per il basso ventre, io senza caffè la mattina non riesco a cacare. Per questi motivi, semplici e intuitivi ho deciso di portarmi appresso una bella Moka Bialetti da 6 persone, che ogni giorno illumina la mia giornata lavorativa, con tanto di presosta al bagno.

A ognuno il suo caffè, non troppi, in numero giusto e in compagnia delle persone giuste.